Farfetch spinge lo sviluppo del second hand

Farfetch ha dato il via a un nuovo progetto sperimentale dedicato ai clienti inglesi. Gli utenti potranno richiedere un sacchetto in cui inserire i propri articoli affidandoli alla logistica di Thrift+, startup specializzata nelle donazioni di prodotti usati, che si occuperà di fotografare, prezzare, catalogare e vendere indumenti e accessori. Un terzo del ricavato della vendita di ciascun articolo verrà devoluto a un’organizzazione benefica scelta dal donatore, un terzo andrà a Thrift+ e il rimante si tramuterà in un credito spendibile su Farfetch.

“È un altro modo per aiutarci a estendere la vita degli indumenti e promuovere un modello di business più circolare. Quando qualcuno ha acquistato qualcosa, magari proprio da noi, con coscienza poi può rivederlo o donarlo”, spiega a Vogue Business Thomas Berry, direttore della sostenibilità di Farfetch.

Il progetto stabilisce anche un rapporto di fidelizzazione col cliente che attraverso il credito finanziario è spinto a donare i propri capi dismessi. Per i retailer è più conveniente perché, a differenza di una ricompensa in denaro, incentiva un nuovo acquisto. Secondo uno studio condotto da Fashion for Good, l’80% dei clienti che propongono un capo per la rivendita o il riciclo tende ad acquistare un prodotto del medesimo brand con il voucher ottenuto.

All’inizio dell’anno l’e-tailer aveva lanciato il programma ‘Farfetch Second Life’ che permette alle clienti di vendere borse di lusso usate in cambio di un credito sulla piattaforma.

Pochi giorni fa Burberry ha svelato un programma pilota che offrirà un ‘premio’ alle persone che vendono capi della griffe britannica su The RealReal. La griffe inglese premierà i clienti che vendono i proprio prodotti sul sito, chi usufruirà della piattaforma otterrà, infatti, un incentivo per nuovi acquisti in 18 punti vendita americani di Burberry, dove è prevista un’esperienza di shopping personale esclusiva.

Il mercato resale, secondo il sito specializzato Thredup, dovrebbe raggiungere un giro d’affari di 51 miliardi entro il 2023 e già 90 marchi hanno aderito al Global Fashion Agenda’s Circular Fashion System Commitment che incoraggia i marchi a incrementare il volume di capi usati che vengono rivenduti o utilizzati.

Fonte: pambianconews.com

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